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lunedì 2 marzo 2015

#8marzoxché: lo chiediamo a Daniele Scaglione, scrittore, esperto di Rwanda

Daniele Scaglione, nostro scrittore esperto di Rwanda, ha risposto alla nostra domanda #8marzoxché. Se ve lo foste perso ieri, ecco a voi le sue risposte e le sue riflessioni.

L’8 marzo è la Giornata Internazionale della donna, ufficializzata dall’Onu nel 1977 come data simbolo per rendere omaggio alle lotte e ai sacrifici della donne che, dall’inizio del 1900, e ancora oggi, lottano per avere pari diritti e per opporsi strenuamente a discriminazioni e violenza. Ha ancora senso, nel 2015, festeggiare la festa della donna, oppure è un’arma a doppio taglio?

“La domanda contiene la risposta. Le donne, ancora oggi, lottano per colmare una differenza di opportunità e libertà, rispetto agli uomini. Una differenza che è spesso enorme. Se nell'8 marzo si parla di questo – e se ne parlano le istituzioni, poi la scuola, poi gli organi d'informazione – ha senso eccome. Però non parlerei di festeggiare, preferirei una parola scelta tra riflettere, conoscere, divulgare, approfondire. Per poi potersi impegnare, tutti, donne e uomini contro questa grande discriminazione planetaria”.

Come si può evitare che le donne, soprattutto le ragazze giovani, identifichino l’8 marzo con la mimosa e non con il vero significato della festa?
“La mimosa è un fiore molto piacevole, lasciamo pure che le ragazze l'associno alla data dell'8 marzo. Purché sappiano da dove arriva questa mimosa. Fu Teresa Mattei ad avere l'idea di distribuire questo fiore in quella giornata. Era una coraggiosa partigiana, il cui fratello morì nelle mani dei nazisti, nella prigione romana di via Tasso e, dopo la guerra, come politica, contribuì a far rinascere il nostro paese. Se la mimosa aiuta a ricordare la partigiana Mattei, ben venga” (Daniele Scaglione, autore di La bicicletta che salverà il mondoRwanda. Istruzioni per un genocidio e Rwanda, la cattiva memoria, con Francoise Kankindi).