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sabato 30 maggio 2015

Super anteprima di Ragazzi con la bandana a Roma! La scuola come cura.

Tra pochi giorni anche quest’anno scolastico finirà e solo le ragazze e i ragazzi impegnati con gli esami e i loro professori continueranno per altre settimane il loro impegno. Questo non vale però per un’insegnante speciale, Daniela Di Fiore, che fa lezione a dei ragazzi che hanno esami molto spesso, esami che non sono legati allo studio ma alla propria vita: le ragazze e i ragazzi del reparto di Oncologia del Policlinico Gemelli di Roma. Daniela non insegna in una classe, ma spiega ai suoi alunni il 5 maggio seduta a fianco al loro letto quando gli effetti delle terapie fiaccano volontà di ferro. Daniela non ha un registro come i suoi colleghi ma tiene un diario della sua esperienza perché vuole far conoscere la realtà dei “Ragazzi con la bandana”, i ragazzi che studiano in ospedale, a cui la scuola e il suo mondo quotidiano dà forza e coraggio per non mollare. Una forza e un coraggio che gli allievi trasferiscono a Daniela, che sarebbe scappata via il primo giorno, annientata da tanta sofferenza e ingiustizia ma che invece resta, perché il richiamo di quelle voci è più forte del dolore.
Ragazzi con la bandana” di Daniela Di Fiore con Roberto Ormanni, è impreziosito da un testo di Monica Bellucci ed è legato a un importante progetto di solidarietà di A.G.O.P. onlus, l’Associazione dei Genitori di Oncologia Pediatrica, “La Casa a Colori”.
Il libro viene presentato in anteprima nazionale a Roma domenica 31 maggio alle 11,30 al Policlinico Gemelli, largo A. Gemelli 8, aula 617, 6° piano. Dialogano con Daniela Di Fiore Speranzina Ferraro, Benilde Mauri e Roberto Ormanni.

venerdì 29 maggio 2015

Fuori tutto: fuori ISaggi! Libri a €3.33!


OPERAZIONE FUORI TUTTO: FUORI ISAGGI!
Dopo il grande successo della grande Operazione Fuori Tutto dello scorso weekend, dedicata alla collana Orienti, questa volta tocca ai classici della collana ISaggi in promozione a solo € 3,33! L’Operazione Fuori Tutto nasce per rispondere alla domanda di alcuni lettori: “Ma dei libri più vecchi, che cosa fate? Li macerate?”. Nel corso della nostra ormai non brevissima storia, di titoli ne abbiamo macerati veramente pochi e quando è successo questo ha riguardato soprattutto errori di calcolo di tiratura. Macerare fa male al cuore, quindi si cerca di evitare.
Avendo però oramai superato abbondantemente i duecento titoli in catalogo, è vero che il magazzino scoppia e che ogni anno ci tocca pagare una delle tante tasse odiose legate a questo problema, ovvero l’Iva su ciò che abbiamo fermo in magazzino. Da qui l’idea dell’Operazione Fuori Tutto, con promozioni incredibili a rotazione su tutte le collane.
Salvate un libro dal macero, un piccolo gesto per una grande azione!
I titoli di questa prima promozione (tutti in home page):
-          SAVANÈ
-          GLI ULTIMI GIORNI DI LENNON
-          NOITALIANI
-          IL CINEMA DI CARTONE ANIMATO
-          LA CHIAMAVANO GUERRA
-          IL CIMITERO DEI PAZZI
-          PREGIUDIZIO DI CASTA
-          IL RUMORE DEI MIEI PASSI
-          ROMA LA GUERRA DEI RIFIUTI
-          EMBOSCADA
Se i libri venduti a prezzo di costo possono attirare la vostra attenzione, sappiate che si tratta di titoli ottimi, molti dei quali molto venduti in passato. Quindi libri di prima qualità, nuovi”.

Approfittatene! Buona lettura e alla prossima settimana!

mercoledì 27 maggio 2015

Il “panista” che ha mangiato un oceano (di pane)

"Il “panista” che ha mangiato un oceano (di pane)
Mia madre diceva sempre: ‘Renzo è panista, perché dopo ogni pasto io mi consolavo con il pane, che non si chiamava così quand’io ero solo un bambino a Foggia, la mia città d’origine sprofondata nel Tavoliere delle Puglie, un vero e proprio deposito di grano all’aria aperta. Lì il pane si chiamava ‘filone’: ‘prendi il filone’, ‘compra il filone’, ‘mangia il filone’, ‘affetta il filone’, ‘dov’è finito il filone?’… Sono frasi che mi riecheggiano ancora nella testa a distanza di tanti anni!”.

Così esordisce il simpatico Renzo Arbore nella sua chiaccherata sul pane con Giovanni Soldati, che è diventata poi il libro dal titolo Pane al pane. Storie di farina, vino e amori con gli amici di una vita

“Un filone – continua Renzo, in forma smagliante – aveva una forma corrispondente a un collage di otto cetrioli di campagna, una scorza detta corteccia, durissima, e una prelibata mollica con la quale i ragazzini preparavano anche delle temibili e micidiali palline per disturbare i commensali adulti. Da noi convinti cul­tori del filone, ‘l’altro pane’ – quello all’olio bolognese, la rosetta, la michetta, la baguette – era visto come un nemico, un avversario da sconfiggere. Fino a che non arrivò la fame… La Fame, con l’iniziale maiuscola, faceva pendant con la guerra e naturalmente ci costrinse a mangiare il pane con la patata, il pane con la crusca oppure il pane fatto solo con la crusca. Finita la guerra e finito il pane, arrivò dall’America una materia biancastra morbidissi­ma senza scorza o corteccia, dal gusto piuttosto insapore, sciapa, ma supremamente nuova: era il pane americano in cassetta, che mio padre mangiava con disgusto e noi bambini moderni, invece, per la fame, con grande gusto. Sopra quelle fette si adagiavano bene sia il burro sia lo zucchero e ci si appoggiava piuttosto bene il formaggino di cioccolato (e chi se lo ricorda ha certamente più di settant’anni…). E poi quel pane così nuovo e particolare somi­gliava di più a una di quelle adorate cingomme, maniera nostrana per definire il chewin-gum, la gomma da masticare.”

Questo ricordo, e molti altri, saranno raccontati venerdì 29 maggio a Milano nel corso della presentazione del libro che si terrà presso  Eataly Smeraldo, (piazza XXV aprile 10) alle 18,00. Saranno presenti con l'autore Stefania Sandrelli, Oscar Farinetti, Sandro Bottega e Angelo Caligaris.

martedì 26 maggio 2015

26 MAGGIO 2011, L'ARRESTO DI RATKO MLADIC

Martedì 26 maggio ricorre il quarto anniversario dell’arresto di Ratko Mladić, generale e capo di stato maggiore dell’esercito dell’autoproclamata Repubblica Serba di Bosnia (Rs) durante la guerra del 1992-1995. Mladić era stato fermato dopo 16 anni di latitanza nel villaggio di Lazarevo, nel nord della Serbia e, nonostante fosse ricercato dal Tribunale per i crimini di guerra nell'ex-Jugoslavia (Tpi) con le accuse di genocidio, crimini contro l'umanità, violazione delle leggi di guerra durante l'assedio di Sarajevo e per il genocidio di Srebrenica, godeva della protezione e persino della pensione militare da parte dello Stato serbo.
Il processo di primo grado presso il Tpi è ancora in corso e si auspica che il verdetto possa arrivare entro la fine del 2015. Al momento, è previsto che il Tpi chiuda i suoi lavori alla fine del 2017.
Lo stupro etnico, una delle colpe di cui si è macchiata la soldataglia agli ordini di Mladic, viene raccontato in questo breve brano tratto da “Srebrenica. La giustizia negata” di Luca Leone e Riccardo Noury.
“Tra il 2005 e il 2014, i tribunali locali hanno esaminato solo cin­quanta casi di stupro. Un numero irrisorio. La giustizia è dunque una chimera. Nonostante sia ciò da cui poter davvero ripartire. Lo spiega bene ‘Aida’: “Il mio più grande desiderio è che lo arrestino. In quel momento sarò felice. Non riesco a vivere normalmente finché non accade. Quella persona è responsabile di tutto ciò che di negativo è accaduto nella mia vita. È entrato in casa nostra. Mi ha presa davanti ai miei genitori e mi ha portato in una stanza dove mi ha violentata. Poi ha legato le mani di mio padre con un laccio e lo ha portato via. Infine, ha incendiato la nostra abita­zione. Ogni giorno è peggio. Non riesco a cancellare niente dalla mia memoria, se non lo arrestano”.
Secondo Luca Leone, autore di ben sette libri (sei dei quali per la Infinito edizioni) sulla Bosnia Erzegovina, due dei quali dedicati al genocidio di Srebrenica (“Srebrenica. I giorni della vergogna” e “Srebrenica. La giustizia negata”), “è difficile, se non impossibile, pensare al momento che entro il dicembre del 2017 si arrivi alla lettura della sentenza di secondo grado nel processo contro Mladić. Il pessimismo deriva dal fatto che il procedimento contro l’altro grande accusato, l’ex presidente serbo-bosniaco Radovan Karadžić, è in corso da ormai sette anni e non si è ancora arrivati a sentenza di primo grado. La condanna di Mladić sembrerebbe scontata, viste anche le due sentenze del Tpi (2001 e 2004) ai danni del numero due a Srebrenica di Mladić, ovvero Radislav Krstić, condannato sia in primo che in secondo grado (prima a 46, poi a 35 anni di reclusione) per il genocidio di Srebrenica. È però difficile poter avere certezze al momento sulla condanna di Mladić poiché la giurisprudenza del Tpi ultimamente sembra cambiata nel senso di attribuire il grosso delle responsabilità a chi fece le scelte politiche, sgravando, incredibilmente, di colpe gli esecutori militari e materiali di quelle decisioni. Per questo e per tanti altri motivi la condanna di Mladić, che pure sembra una formalità, non potrà essere data per scontata fintantoché non si arrivi a sentenza di secondo grado. Ma, ripeto, è impensabile, al momento, che questo avvenga entro la fine del 2017. E se la parola dovesse passare ai tribunali bosniaci è probabile che giustizia, visto lo stato pietoso in cui versa la giustizia in Bosnia Erzegovina, non sarà mai fatta”.

lunedì 25 maggio 2015

Ed ecco "Come un uomo" di Alberto Bertoli e Gabriele Maestri!

Con grande piacere è finalmente il momento di annunciare l'imminente uscita di COME UN UOMO, l'eccellente libro di Alberto Bertoli, in collaborazione col giornalista guastallese Gabriele Maestri. In questa foto Alberto autografa libri pre-venduti, ieri, nella nostra redazione.
Il libro di Alberto è un ruggito emiliano, una zampata di rock e d'energia, un'avventura nella musica e negli affetti, un manuale di sopravvivenza nel panorama musicale italiano, una a tratti esilarante raccolta di aneddoti sul papà, il grande Pierangelo, e sulla sua famiglia. Ed è musica musica musica! Anche per questo abbiamo scelto due soluzioni (ma solo sul nostro sito, in libreria c'è un'unica versione, quella senza DVD) per chi lo vorrà acquistare: SENZA DVD LIVE e CON DVD LIVE. A voi la scelta. Comunque si canta e si balla in ogni caso.
Alberto è un ragazzo splendido, solare, positivo, onesto. Uno che lavora duro, sia come cantautore che come logopedista. Uno che non ha avuto sconti, esattamente come il papà Pierangelo, ma che non s'arrende mai. Con le sue sole forze ha fatto un sacco di strada e tanta ne farà ancora, e ancora di più. Per noi è un onore e un piacere accompagnarlo da ora lungo il suo suo percorso artistico e creativo, consapevoli d'avere a che fare con un uomo e un artista come pochi ce ne sono in Italia.
Alberto, e con lui il bravissimo Gabriele Maestri, inaugurano in questo maggio 2015 la nostra decima collana, SoundCiak. Una nuova scommessa, che vogliamo a tutti i costi vincere. Dalla settimana prossima saremo con Alberto in tour, per tutta l'estate e oltre ancora. Condividendo quei versi incredibili di Pierangelo, in cui non può non rispecchiarsi lui, non possiamo non rispecchiarci noi: 
"Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro".

Così vogliamo essere noi. Così è COME UN UOMO di Alberto Bertoli. Così è la sua musica. Buona lettura!

sabato 23 maggio 2015

Fuori tutto: i libri più vecchi a €3,33!


Negli ultimi mesi, e in particolare dopo il furto con scasso subìto in redazione lo scorso mese di gennaio, molti lettori ci hanno chiesto: “Ma dei libri più vecchi, che cosa fate? Li macerate?”.
Nel corso della nostra ormai non brevissima storia, di titoli ne abbiamo macerati veramente pochi e quando è successo questo ha riguardato soprattutto errori di calcolo di tiratura. Macerare fa male al cuore, quindi si cerca di evitare.
Avendo però oramai superato abbondantemente i duecento titoli in catalogo, è vero che il magazzino scoppia e che ogni anno ci tocca pagare una delle tante tasse odiose legate a questo problema, ovvero l’Iva su ciò che abbiamo fermo in magazzino.
Allora, dietro insistenza di alcuni lettori (ovvero, quelli di cui sopra), abbiamo deciso di dedicare, da questo fine settimana in avanti, tutti i week-end a venire alla “Operazione Fuori Tutto!”.
In cosa consiste? Semplice: mettiamo in vendita sul nostro sito al prezzo simbolico di 3,33 euro a copia una parte dei nostri titoli più antichi ma ancora attualissimi, ovviamente più vecchi di 24 mesi, in virtù della vigente normativa.
Ogni fine settimana toccherà, a rotazione, a una collana. E quando ritoccherà alla stessa collana, non ci saranno mai i medesimi titoli.
E visto che facciamo sul serio, abbiamo deciso di cominciare con la collana che è il nostro fiore all’occhiello, la terza nata della nostra produzione e in assoluto la più apprezzata, ovvero Orienti.
Se i libri venduti a prezzo di costo possono attirare la vostra attenzione, sappiate che si tratta di titoli ottimi, molti dei quali molto venduti in passato. Quindi libri di prima qualità, nuovi.
Buona lettura e buon primo fine settimana dell’“Operazione Fuori Tutto”!

I titoli di questa prima promozione (tutti in home page):

mercoledì 20 maggio 2015

A Di Martedì su La7 Massimo Guerrieri, autore di Così banche e finanza ci rovinano la vita


Ieri sera a Di Martedì, la trasmissione condotta da Giovanni Floris, ha aperto il servizio su come investire in modo sicuro i nostri soldi il nostro Massimo Guerrieri, consulente finanziario e autore con Paolo Giovanardi e Antonello Cattani di Così banche e finanza ci rovinano la vita.

Il servizio partiva con interviste ad alcuni passanti a cui la giornalista chiedeva come assicurare i propri guadagni. Tra i tanti “Averceli i soldi da investire” ha colpito la risposta sicura e decisa di una signora, che afferma con ovvietà “I miei soldi li metto in banca”.

Proprio da questo spunto ci spostiamo a Reggio Emilia, nella sede di Q Consulenze Finanziarie dove il nostro Massimo Guerrieri spiega con chiarezza che a volte proprio le banche con i loro prospetti informativi di azioni e obbligazioni possono renderci la vita molto difficile, poiché alcuni punti non sono affatto chiari oppure, il più del volte, non molto visibili. Il nostro consulente e autore ci introduce al “pensionamento” dei vecchi moduli, che saranno sostituiti da un più agile prospetto chiamato KID (Key Information Document) che conterrà le informazioni essenziali per l’investitore, scritte in maniera chiara e inequivocabile in una sola pagina, senza dover andare a cercare la scritta microscopica in fondo a un faldone che pesa un chilo, che il più delle volte firmiamo senza renderci conto che in realtà il nostro investimento non aveva alcuna garanzia o possibilità di guadagno.

Tutto questo e tanto altro è spiegato nella stessa modalità chiara, diretta e incisiva nel libro Così banche e finanza ci rovinano la vita, uscito da poco in tutte le librerie italiane, acquistabile sui maggiori store on line, anche in epub, e sul nostro sito a questo link.


Buona lettura e occhio ai vostri risparmi!

martedì 19 maggio 2015

1915-2015: la migliore gioventù italiana alla Grande Guerra

Domenica 24 maggio ricorre il centenario dell’ingresso italiano nella prima guerra mondiale. Abbiamo chiesto un ricordo a Daniele Nardi e Dario Ricci, autori di La migliore gioventù. Vita, trincee e morte degli sportivi italiani nella Grande Guerra

In molti partirono per quella guerra credendo ancora ai miti futuristi. E con la convinzione che quel conflitto sarebbe stato breve e vittorioso; i più, in quelle trincee vi entrarono senza capire il perché né conoscere nulla della Patria che pure erano chiamati a difendere. E alcuni, infine, sull'altare di quel conflitto feroce e assurdo, sacrificarono insieme alla vita anche le loro legittime ambizioni di una carriera da sportivi. Era il 24 maggio del 1915 quando l'Italia entrò ufficialmente nel primo conflitto mondiale. Quel giorno le squadre della nostra serie A erano in campo, pronte a giocare la giornata di campionato. Non se ne fece nulla, perché iniziava quel pomeriggio un gioco ancor più grande, una partita ben più feroce e sanguinosa. Del resto, pallone e trincea erano andati a braccetto fin da subito: ben due battaglioni dell'esercito inglese furono formati esclusivamente da calciatori, e sono documentati diversi assalti verso le trincee nemiche partiti con un calcio a un cuoio da football, insieme al folle grido: "Forza ragazzi, andiamo a riprenderci il nostro pallone!!". Idea che ben raramente trovò d'accordo le mitragliatrici tedesche.
Un'intera generazione di sportivi sacrificò ambizioni, carriera e, spesso, vita nella più insensata delle guerre. A un secolo dal conflitto, abbiamo voluto rendere omaggio a chi, campione celebrato o semplice sportsman, difese l'onore patrio sia sul campo di gara che su quello di battaglia. Lo abbiamo fatto in due modi: ingrandendo al microscopio quelle righe della biografia di uno sportivo che sono di solito dedicate a tutto ciò che non sono medaglie, vittorie, trionfi; e prendendo lo zaino, gli scarponi e la piccozza e andando a visitare i luoghi e le montagne dove, in Italia, quella guerra si combatté. Un trekking della memoria lungo il quale abbiamo incontrato soldati-campioni come Enzo Ferrari, Tazio Nuvolari, lo schermidore Nedo Nadi, il grande canottiere Giuseppe Senigallia, il capitano dell'Inter e della Nazionale Virgilio Fossati, i fondatori di Hurra' Juventus, bollettino che nasce proprio con il conflitto, per tenere in collegamento gli juventini al fronte con quelli rimasti a Torino. Parabole e destini che fanno parte della nostra storia di Italiani e appassionati di sport. Destini e parabole che, dopo un secolo, sopravvivono all'oblio è ancora oggi ci raccontano l'epopea de "La migliore gioventù".

Daniele Nardi
Dario Ricci

Per informazioni, Infinito edizioni: 059/573079
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lunedì 18 maggio 2015

Salone del Libro, grande successo per La migliore gioventù: foto e video dell'evento


Tra gli eventi del Salone del Libro di Torino 2015, venerdì 15 maggio alle 11 nella sezione Conoscere la Grande Guerra era presente anche la nostra casa editrice con Dario Ricci, giornalista di Radio24-IlSole24ore, e il libro La Migliore Gioventù. Vita, trincee e morte degli sportivi italiani nella Grande Guerra scritto con il noto alpinista Daniele Nardi.
Alla presentazione, coordinata dal giornalista Fabrizio Vespa, oltre al nostro autore hanno partecipato come relatori Felice Fabrizio, storico dello sport, e Stefano Tallia, giornalista RAI.
L’incontro è stato seguito da un evento #TwLive da @infinitoed e @Centenario14_18, con foto e contenuti in diretta dal Salone con più di 1600 visualizzazioni solo dal nostro account ufficiale. In sala il pienone: pubblico di tutte le età con una forte maggioranza di giovani, molto interessati dal curioso connubio tra sport e guerra. Oltre a giornalisti e stampa nazionale, erano presenti anche l’omonimo erede del grande Enrico Canfari, calciatore e cofondatore di Juventus Football Club, ma anche capitano dell’esercito, le cui gesta sono narrate nel libro di Ricci e Nardi, e Paolo Garimberti, noto giornalista e presidente del museo della Juventus, J-Museum.

“Scrivere questo libro – ci spiega Dario Ricci – ci è sembrato un dovere, per strappare dall'oblio quella generazione di campioni dello sport italiano che sull'altare della Grande Guerra sacrificò vita e carriera. Bastano poche pagine per ricordare, per non dimenticare".

L’autore, durante la conferenza, ha mostrato reperti storici preziosissimi: alcuni numeri della rivista Lo Sport Illustrato e la Guerra, l’antenato del settimanale SportWeek de La Gazzetta dello Sport, e reperti originali di cento anni fa, trovati da lui stesso durante i percorsi dolomitici necessari alla stesura del libro, dove gli autori hanno ripercorso e visto con i loro occhi le trincee e tutti i luoghi dove la Grande Guerra ha segnato le nostre montagne, la nostra Storia, le nostre vite. Sul tavolino davanti a Dario spiccano alcuni proiettili, che alla vista sembrano semplici sassolini scuri, dalla forma sferica ma molto pesanti, la parte finale di un cucchiaio e una vecchia lattina, molto frammentata e arrugginita dal tempo. Chissà cosa racconterebbe se potesse parlare.

Il #Twlive è stato raccolto nel #Twbook di Elisabetta Falcioni, @efalcioni85, responsabile social media di Infinito edizioni, consultabile a questo link, inoltre il Centenario della Prima Guerra Mondiale ha realizzato un bellissimo video con le interviste ai protagonisti della presentazione. Potete cliccare a questo link per poterlo visionare su Youtube.


Grazie al Centenario della Prima Guerra Mondiale e a tutti quelli che hanno collaborato con noi e che ci hanno seguito durante l’evento al Salone. 

giovedì 14 maggio 2015

Passione bici per il Giro d'Italia? Ecco come si salva il mondo su due ruote!

Più di 800 milioni di persone nel mondo soffrono la fame o sono gravemente malnutrite. La fame è una delle motivazioni più forti nell’emigrazione, da oggi al centro dell’attenzione a livello europeo con l’attivazione dell’Agenda dell’Unione europea per la gestione dell’immigrazione. Un piano che si basa sull’accoglienza dei migranti in tutti gli Stati dell’Unione e sul rafforzamento di Frontex, Triton e Poseidon. Nell’originale La bicicletta che salverà il mondo. La lotta alla fame raccontata a cavallo di un sellino Daniele Scaglione propone alcune strategie. Ne riportiamo qui sotto una, tra le più curiose.

“Mi è venuta un’idea per salvare il mondo, o almeno per sfamarlo. Per prima cosa, mi serve una nuova bicicletta, una bicicletta straordinaria. Sarà tutta in fibra di carbonio, ruote incluse, e avrà il cambio elettronico. Peserà pochissimo e al tempo stesso sarà solidissima, perché devo poterci andare dappertutto. Anzi, non dappertutto, devo andare dove la gente muore di fame e certo lì non ci sono strade tanto belle. Sarà superaccessoriata, la mia nuova bici. Avrà una webcam HD e un computer di bordo per registrare tutto, avrò un satellitare per scrivere su twitter in ogni momento, per raccontare quello che vedo e spiegare perché la gente crepa di fame.
Ma la prima cosa che devo comprare è il contachilometri. Me ne serve uno da collegare al computer di bordo così che possa avere sempre i dati aggiornati e precisi sulla strada che faccio e le persone che salvo. Sì, perché via via che farò chilometri, il numero di affamati scenderà, secondo un meccanismo molto semplice. Nel documento che ho scaricato dal sito della Fao c’è scritto che cinquecentosettantotto milioni di affamati stanno in Asia, duecentosettantasei milioni in Africa, cinquantatré milioni nell’America del Sud. Allora io prendo la mia bicicletta, la carico sull’aereo e vado in Asia, precisamente a Calcutta, e da Calcutta pedalo sino a Pechino. Google Maps dice che da Calcutta a Pechino ci sono tremiladuecentocinquantanove chilometri. Sai quanta gente affamata incontro per la strada? Direi almeno dieci milioni, e io racconterò le loro storie, le racconterò tutte. Le farò arrivare in tutto il mondo, e il mondo non potrà stare a guardare. Sarà costretto a intervenire. E così, le salverò. Salverò dieci milioni di persone, in una pedalata di tremiladuecentocinquantanove chilometri. Sono tremila persone salvate ogni chilometro. Poi andrò in Africa e farò Città del Capo-Zanzibar: tremilasettecentonovanta chilometri. Vuoi che non li incontro dieci-venti milioni di affamati? Stesso meccanismo: le loro storie andranno in tutto il mondo, e il mondo, vedendosele davanti al naso, non potrà stare senza far niente.
Il mio contachilometri raccoglierà questi dati, giorno per giorno: chilometri pedalati, persone sfamate; chilometri macinati, gente salvata. A conti fatti risolverei tutto facendo circa trecentotrentamila chilometri. Sì, sono un po’ tanti. Ma mica devo farli tutti io. Io farò vedere che quest’idea funziona e altri poi potranno fare come me. Ad esempio potrebbero farlo proprio i colleghi di Elizabeth, quelli della Fao. Ho letto che sono più di tremilacinquecento. Diciamo che cinquecento in bici non ci vanno, ne restano però tremila e se ognuno di loro farà quello che voglio fare io, con circa diecimila chilometri
a testa si cancella la fame dal mondo. A me non sembra una cosa impossibile.
C’è solo un problema, ma so già come risolverlo. Una bici come quella che mi serve non la vendono nei negozi. Quindi devo disegnarla io, mettere giù il progetto per bene poi con papà e mamma andiamo a farcela fare da Collalti. È il meglio ciclista di Roma, vuoi che non sia capace di costruirla? E quando arriverà, le dirò: «Elisabbè, ho trovato un modo per cancellare la fame dal mondo. La vedi questa bici? Adesso ti spiego...».”

Il testo sopra riportato può essere liberamente usato dai colleghi della stampa citando la fonte ©Infinito edizioni 2015.

Per informazioni, Infinito edizioni: 059/573079
Maria Cecilia Castagna: 331/2182322

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martedì 12 maggio 2015

Zelenkovac: the crowdfunding

Three young directors, Daniele Canepa, Luca Fiorato and Michele Giuseppone, realized the amazing documentary “Zelenkovac”, dedicated to an ecotouristic village located in Bosniac mountains. The film is ready and has been sent to lots of cultural film festivals; the directors want more: they are looking for a great project to spread the message strongly: a book plus DVD about this incredible story.
Book plus DVD would be published by Infinito edizioni, the only italian publisher specialized about Bosnia, the first one with an author, Luca Leone, that wrote a great reportage about Srebrenica’s genocide called, Srebrenica. I giorni della vergogna, now also in English e-book Srebrenica. The days of shame.
If you want to help Zelenkovac documentary and support this important and unique project, please click here: https://www.indiegogo.com/projects/zelenkovac-documentary/  and follow the instruction.
The goal is 3.500 € and it’s very near: 60% of the sum has been already collected, but time is quite over, only 35 days left to the end.
Thank you for help and attention. You could watch this trailer to have an idea about Zelenkovac documentary.
Thank you all.

Pane al pane a Eataly Milano: tutto in tema per l'Expo!

Nutrire il Pianeta, energia per la vita è lo slogan di Expo 2015, scenografica manifestazione che mette al centro dell’attenzione l’alimentazione e il rispetto per la Terra. Il pane, cibo fondamentale per tutti i popoli, in tutte le culture,
a tutte le latitudini, unisce e aggrega, fa calore e tradizione, ci rende fratelli. Il pane è il cuore e l’anima del primo libro di Giovanni Soldati, figlio del grande Mario Soldati, dal titolo Pane al pane. Storie di farina, vino e amori con gli amici di una vita.
Stefania Sandrelli, Ermanno Olmi, Francesco Rosi, Gino Paoli, Renzo Arbore, Enrico Vanzina, Ettore Scola, Maurizio Micheli, Nino Benvenuti, Michele Placido, Pupi Avati, Tinto Brass, Francesca Archibugi, Bernardo Bertolucci sono alcune delle voci che ci accompagnano in questo itinerario del gusto a spasso per la nostra Penisola, in cui ognuno di noi può facilmente trovare un ricordo profumato e saporito come solo il pane sa dare.
verrà presentato a Milano il prossimo venerdì 29 maggio alle 18,00 presso Eataly Smeraldo – piazza XXV aprile 10. Dialogano con l’autore Stefania Sandrelli, Oscar Farinetti, Sandro Bottega e Angelo Caligaris.

“Caro Giovanni, nel tuo libro si leggono storie bellissime di gente speciale. Il pane piace alla gente semplice e in genere la gente semplice è speciale. La tua idea di scrivere di pane è semplice e speciale, come semplice e speciale è stato tuo padre che ha scritto di vino. Voi Soldati non potevate che occuparvi di queste meraviglie e non potevate che farlo nel vostro stile, semplice e speciale allo stesso tempo. Aggiungerei beneducato. Grazie a entrambi”. (dalla prefazione di Oscar Farinetti)

“Il pane è buono comunque e dovunque, in ogni forma. Lo prediligo rispetto a qualsiasi altro alimento, anche quelli considerati più prelibati. Ma sì, lo ammetto: sono pane-dipendente e il pane è il mio caviale. E questo splendido libro è il companatico giusto per apprezzarlo ancora di più”. (dall’introduzione di Stefania Sandrelli)



L’autore
Giovanni Soldati (Roma, 1953), figlio di Mario Soldati, regista e sceneggiatore, ha una trentina di film per il grande schermo e la televisione al suo attivo. Ha cominciato la sua carriera di regista collaborando con registi come Steno, Alberto Sordi e Tinto Brass. La vera scuola di cinema arriva nel 1974-75 con Bernardo Bertolucci in Novecento, sul cui set conosce Stefania Sandrelli. Agli inizi degli Anni ‘80 debutta come regista, assieme a suo padre, con una serie di documentari per Rai Tre. Nel 1984 dirige sei episodi per Rai Due di I racconti del maresciallo. Nel 1985 dirige L’attenzione, dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, nel 1986 è la volta de La sposa americana, tratto dall’omonimo romanzo del padre. Nel 1993 dirige Vite a Termine con Anna Galiena, nel 1996 firma la regia di quattro episodi per Rai Uno dal titolo Mia per sempre, con Claudia Cardinale. Nel 2000-01 firma tre puntate della serie Il bello delle donne. Nel corso degli anni ha inoltre diretto vari spot pubblicitari per conto di Fiat Auto.

lunedì 11 maggio 2015

"Non succederà mai più" su Vanity Fair

Dal blog Diario di Adamo di Matteo Gamba

"Ci siamo: tra una settimana tocca di nuovo, finalmente, al Salone del Libro a Torino.
In quest’ultimo anno ho parlato, seppure con post molto meno frequenti rispetto al primo anno di vita di questo blog, soprattutto di libri. Per iniziare l’avvicinamento al Salone torno sul tema. Con l’introduzione che ho scritto per un libro che consiglio a tutti: 
Non succederà più, di Rossella Diaz (Infinito Edizioni, pagg.132, 12 euro), uscito da poco in libreria.
L’argomento è di quelli per me fondamentali, che giustificano l’esistenza stessa di questo blog: la lotta alla violenza sulle donne. A Torino, a proposito, ci sarò anch’io, insistendo sul tema, nella declinazione feroce dello stalking e moderando un dibattito su un altro libro da non perdere, per capire: 
Il contrario dell’amore di Sabrina Rondinelli (Indiana Editore, pagg.265, 17 euro).
Intanto, ecco la mia introduzione a 
Non succederà più".

Per leggere l'intero articolo dedicato a Non succederà mai più, di Rossella Diaz, potete cliccare a questo link. 

Srebrenica. La giustizia negata

Infinito edizioni – nuovo in libreria
 (€ 13 – pag. 128)

di Luca Leone e Riccardo Noury
prefazione di Moni Ovadia, introduzione di Irfanka Pašagić
postfazione di Silvio Ziliotto, con un contributo di Miralem Pjanić
Il genocidio a due passi da casa nei superstiti che cercano giustizia e nelle coscienze di un’Europa troppo spesso distratta e indifferente
Srebrenica, Bosnia Erzegovina, 11 luglio 1995: oltre diecimila maschi tra i 12 e i 76 anni vengono catturati, torturati, uccisi e inumati in fosse di massa. Stesso destino hanno alcune giovani donne abusate dalla soldataglia. Le vittime sono bosniaci musulmani, da oltre tre anni assediati dalle forze ultranazionaliste serbo-bosniache agli ordini di Ratko Mladić e dai paramilitari serbi.
Quattro lustri dopo, rimane un profondo senso di ingiustizia e di impotenza nei sopravvissuti e un pericoloso messaggio di impunità per i carnefici di allora, in buona parte ancora a piede libero e considerati da alcuni persino degli “eroi”.
Questo libro è un reportage nel buco nero della guerra e del dopoguerra bosniaco e nel vuoto totale di giustizia che ha seguito il genocidio di Srebrenica, una delle pagine più nere della storia europea del Novecento e sicuramente la peggiore dalla fine della seconda guerra mondiale.
“Lo sconvolgente volume di Riccardo Noury e Luca Leone Srebrenica. La giustizia negata, ci mostra che la comunità internazionale e le vaste maggioranze delle nostre società, sono segnate da un tragico fallimento perché se i sopravvissuti al genocidio di Srebrenica e i familiari dei trucidati, delle donne stuprate, dei torturati e fatti a pezzi, non trovano giustizia e pace a distanza di vent’anni e se atrocità di simile portata si sono prodotte nelle terre della ex Jugoslavia che conobbe nelle sue forme più brutali la ferocia dei nazisti e dei fascisti, ci troviamo di fronte alla bancarotta morale dell’intero Occidente in primis, in particolare dell’Europa comunitaria pavida e opportunista, nonché dell’Onu, imbelle e impotente”. (Moni Ovadia)
“Luca Leone e Riccardo Noury sanno quanto sia importane raccontare ciò che è stato fatto a Srebrenica e quanto sia vitale che anche gli altri, più persone possibile, sentano e facciano qualcosa affinché finalmente avvenga quello che le Donne di Srebrenica da anni chiedono durante le loro proteste non violente, che si svolgono l’11 di ogni mese a Tuzla: ‘Noi vogliamo verità e giustizia, e vogliamo condanne per i criminali’”. (Irfanka Pašagić)
“Il popolo bosniaco va accompagnato e aiutato verso quell’Europa che qui ha dimenticato a lungo le sue carte dei diritti e da qui deve ripartire in un cammino, arduo ma possibile, di pace e giustizia”. (Silvio Ziliotto)
“I bosniaci hanno un cuore grande e meritano un futuro positivo. Spero davvero che andrà sempre meglio. Io continuerò a fare il massimo per aiutare il mio Paese”. (Miralem Pjanić)

domenica 10 maggio 2015

Buona Festa della Mamma!

La festa della mamma è una ricorrenza diffusa in tutto il mondo, celebrata in onore della figura di madre, della maternità e dell'influenza sociale delle madri. Non esiste un unico giorno dell'anno in grado di accomunare tutti gli stati in cui l'evento è festeggiato. In Italia, negli Stati Uniti d'America, in Svizzera e in molti altri Paesi viene festeggiata la seconda domenica di maggio.
Ci sono diverse antiche celebrazioni, ma non sono correlati alla celebrazione moderna. Negli Stati Uniti nel maggio 1870, Julia Ward Howe, attivista pacifista e abolizionista, propose l'istituzione del Mother's Day for Peace (Giornata della madre per la pace), come momento di riflessione contro la guerra, ma non ebbe successo. Anna Jarvis ha celebrato la festa moderna Mother's Day (Giornata della madre) per la prima volta nel 1908, è stato un memoriale in onore di sua madre, una attivista a favore della pace. La celebrazione di Jarvis è diventata molto popolare e fu ufficializzata nel 1914 dal presidente Woodrow Wilson con la delibera del Congresso di festeggiarla la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri. La festa si è poi diffusa in molti Paesi del mondo, ma cambiano le date in cui è festeggiata. Con l'andare del tempo questa festività si è evoluta in una festa commerciale.
In Italia è stata introdotta da Raul Zaccari, senatore e sindaco di Bordighera su iniziativa del quale venne celebrata a Bordighera la seconda domenica di maggio del 1956; idea simile venne a don Otello Migliosi a Tordibetto di Assisi in Umbria, nel 1957. L'idea di Don Migliosi fu quella di celebrare la mamma non già nella sua veste sociale o biologica ma nel suo forte valore religioso, cristiano anzitutto ma anche interconfessionale, come terreno di incontro e di dialogo tra loro le varie culture: il suo tentativo è stato ricordato, in due contributi, anche dal quotidiano vaticano. Da allora, ogni anno, la parrocchia di Tordibetto celebra ufficialmente la Festa con importanti manifestazioni a carattere religioso e culturale. Nel 1958 Raul Zaccari presentò al Senato della Repubblica un disegno di legge tendente ad ottenere l'istituzione della festa della mamma.
Per festeggiare tutte le mamme segnaliamo questi libri


sabato 9 maggio 2015

Giornata dell’Unione Europea

Il 9 maggio del 1950 nasceva l'Europa comunitaria grazie alla proposta di Robert Schuman per un'Europa organizzata, indispensabile al mantenimento di relazioni pacifiche fra gli Stati che la componevano. La proposta, nota come "dichiarazione Schuman", è considerata l'atto di nascita dell'Unione europea. 
Negli anni il 9 maggio, Festa dell'Europa, è diventato un simbolo che, insieme alla bandiera, all'inno, al motto e alla moneta unica, l'euro, identifica l'entità politica dell'Unione Europea. La Festa è l'occasione per avvicinare l'Europa ai suoi cittadini ed i popoli dell'Unione fra di loro.
Ogni Paese che ha democraticamente scelto di aderire all'Unione europea adotta i valori di pace e di solidarietà su cui si fonda la costruzione comunitaria. Questi valori si realizzano grazie allo sviluppo economico e sociale fra i diversi territori dell’Unione, anche mediante la politica regionale europea.
In questa giornata, carica di significati, numerosi sono gli eventi, le attività e le celebrazioni programmate su tutto il territorio europeo e finalizzati alla scoperta e alla partecipazione dei cittadini alla vita e ai valori dell’Unione. Oggi le istituzioni dell'UE aprono le porte al pubblico con eventi e attività organizzati per adulti, ragazzi e bambini. È possibile seguire gli eventi più significativi sul sito europa.eu/opendoors o tramite l’hashtag #EUopendoors. 
Festeggiamo l’Unione europea con alcuni titoli sul tema: