111 viaggi per oltre mezzo
milione di euro, questi sono i numeri che risultano dall’indagine “Fake link”
condotta dalla Sezione anticrimine di Udine che ha portato all'arresto di
quattro pachistani con l’accusa di traffico di esseri umani. Secondo l’indagine
l’organizzazione richiedeva un importo dai 350 ai 500 euro per il viaggio dal campo
profughi di Bicske, in Ungheria, fino in Italia; se il percorso era più
impegnativo e utilizzava la rotta balcanica il prezzo oscillava dai due ai
3.000 euro.
Questi dati confermano quanto
testimoniato dal libro di Anna Clementi e Diego Saccora dal titolo “Lungo la rotta balcanica. Viaggio nella Storia
dell’Umanità del nostro tempo”, nel breve estratto che pubblichiamo
qui.
“Ciao
Anna, come stai? Ma come parli bene arabo, sei diventata araba anche tu! Anna,
ti devo chiedere un favore. Sono ad Abu Dhabi con la mia famiglia. Abbiamo
problemi col visto, non possiamo più rimanere qui. E tornare in Siria è
impossibile. La mia casa è stata distrutta, tutti i miei parenti se ne sono
andati. Abbiamo deciso di andare in Svezia. Da Abu Dhabi in aereo fino in
Turchia. E da lì in nave, prima in Grecia, poi in Italia e da lì in Svezia”.
Rimango senza parole. Per un attimo ricordo
il volto sorridente e spensierato di Omar a Beit Jabri, seduti nel bellissimo
cortile arabo in attesa del kebab che aveva appena ordinato. “Via
mare? Ma è pericoloso Omar. Attento alle impronte”.
“Anna, non abbiamo soluzioni. Sappiamo che è
pericoloso. Che l’Italia prende le impronte, e che poi per il regolamento di
Dublino saremo costretti a chiedere asilo lì. Ma noi diremo che non vogliamo
rimanere in Italia. Lì c’è crisi, non c’è lavoro. Che cosa veniamo a fare in
Italia? In Turchia abbiamo dei contatti di alcuni bravi trafficanti, che ci
porteranno in Grecia e poi in Italia per 3.000 dollari a testa. Questo è già
organizzato. Ti chiamo per sapere se hai contatti in Italia, come devo fare per
raggiungere la Svezia. So che costa 800-1.000 euro a persona e che devo andare
a Milano”.
Lungo la rotta balcanica. Viaggio nella Storia dell’Umanità del nostro tempo racconta un viaggio lungo quella via che dal 2015
rappresenta la porta d’ingresso all’Europa e per la quale sono transitate oltre
un milione di persone. Un viaggio nel fango dei campi profughi, in mezzo a
donne e bambini incatenati dalla burocrazia; tra le reti e i muri che hanno
reso di nuovo l’Europa un continente diviso e ostile; tra sogni che
s’infrangono contro la dura realtà fatta di respingimenti e di campi di
raccolta in Grecia e in Turchia e in qualunque altro Paese non faccia parte
dell’Unione europea.