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martedì 2 agosto 2016

Il viaggio, le frontiere e un lancio di dadi: “Lungo la rotta balcanica. Viaggio nella Storia dell’Umanità del nostro tempo”


“Partiamo, in direzione ostinata e contraria, viaggiando con mezzi pubblici, per ripercorrere a ritroso la rotta balcanica. Dall’Italia alla Grecia, da Venezia a Ido­meni, incontro a racconti di donne e uomini, a una parte della Storia dell’Umanità. La vediamo scorrere, da finestrini di treni, autobus e taxi; ineluttabile, davanti ai nostri occhi, si materializza in un flusso inarrestabile e incontenibile di bambini, madri e padri, giovani e anziani.

Partiamo, da privilegiati, con in tasca un documento dalla copertina marrone, lasciapassare per ogni varco, tappezzato di timbri di Paesi lon­tani che ritroviamo vicini nei volti delle persone lungo il nostro e il loro tragitto. Qui, si intersecano. Ovunque.

Partiamo, alla ricerca dell’altro e di noi stessi, verso i confini di un’Eu­ropa che discrimina e respinge, trasformando individui in numeri, in sigle, in pezzi di carta.

Tut­to è incerto e precario. Come in un gioco dell’oca, dove il passo successi­vo dipende dal lancio di un dado e dagli imprevisti durante il cammino; dove a segnare il destino di un uomo è qualcosa di arbitrario e di aleato­rio, quasi mai dettato dalla fatalità del caso: il dito puntato di un poli­ziotto di frontiera che blocca la strada, il pugno di ferro tra Paesi limitrofi che getta gli esseri umani nel dimenticatoio delle “terre di nessuno”, un documento di identità con una nazionalità che non piace”.

Lungo la rotta balcanica. Viaggio nella Storia dell’Umanità del nostro tempo racconta un viaggio lungo quella via che dal 2015 rappresenta la porta d’ingresso all’Europa e per la quale sono transitate oltre un milione di persone. Un viaggio nel fango dei campi profughi, in mezzo a donne e bambini incatenati dalla burocrazia; tra le reti e i muri che hanno reso di nuovo l’Europa un continente diviso e ostile; tra sogni che s’infrangono contro la dura realtà fatta di respingimenti e di campi di raccolta in Grecia e in Turchia e in qualunque altro Paese non faccia parte dell’Unione europea.

Questo libro “si inserisce nello sforzo di raccogliere quante più storie possibile perché rimangano oltre la cronaca destinata all’oblio. Perché nessuno merita d’essere dimenticato”. (Lorenzo Trombetta)