“Partiamo, in
direzione ostinata e contraria, viaggiando con mezzi pubblici, per ripercorrere
a ritroso la rotta balcanica. Dall’Italia alla Grecia, da Venezia a Idomeni,
incontro a racconti di donne e uomini, a una parte della Storia dell’Umanità.
La vediamo scorrere, da finestrini di treni, autobus e taxi; ineluttabile,
davanti ai nostri occhi, si materializza in un flusso inarrestabile e
incontenibile di bambini, madri e padri, giovani e anziani.
Partiamo, da
privilegiati, con in tasca un documento dalla copertina marrone, lasciapassare
per ogni varco, tappezzato di timbri di Paesi lontani che ritroviamo vicini
nei volti delle persone lungo il nostro e il loro tragitto. Qui, si
intersecano. Ovunque.
Partiamo, alla
ricerca dell’altro e di noi stessi, verso i confini di un’Europa che
discrimina e respinge, trasformando individui in numeri, in sigle, in pezzi di
carta.
Tutto è incerto e
precario. Come in un gioco dell’oca, dove il passo successivo dipende dal
lancio di un dado e dagli imprevisti durante il cammino; dove a segnare il
destino di un uomo è qualcosa di arbitrario e di aleatorio, quasi mai dettato
dalla fatalità del caso: il dito puntato di un poliziotto di frontiera che
blocca la strada, il pugno di ferro tra Paesi limitrofi che getta gli esseri
umani nel dimenticatoio delle “terre di nessuno”, un documento di identità con
una nazionalità che non piace”.
Lungo la rotta
balcanica. Viaggio
nella Storia dell’Umanità del nostro tempo racconta un viaggio lungo quella via che dal 2015
rappresenta la porta d’ingresso all’Europa e per la quale sono transitate oltre
un milione di persone. Un viaggio nel fango dei campi profughi, in mezzo a
donne e bambini incatenati dalla burocrazia; tra le reti e i muri che hanno
reso di nuovo l’Europa un continente diviso e ostile; tra sogni che
s’infrangono contro la dura realtà fatta di respingimenti e di campi di
raccolta in Grecia e in Turchia e in qualunque altro Paese non faccia parte
dell’Unione europea.
Questo libro “si inserisce nello sforzo di raccogliere
quante più storie possibile perché rimangano oltre la cronaca destinata
all’oblio. Perché nessuno merita d’essere dimenticato”. (Lorenzo Trombetta)