07/12/2016. La XMas
poetry week termina oggi, insieme ai versi e alla riflessione di Hisam
Jamil Allawi.
Appuntamento durante la tregua
Mi
dispiace molto, o essenza d’amore
donna
a cui la guerra ha strappato la sua verginità
mi
dispiace, amore mio
mi
dispiace per il caos che le mine hanno lasciato dentro me
mi
dispiace per la desolazione
e
per averti trascurato anche questa sera
e
per ogni serata effimera passata
sul
dorso dei proiettili, ti chiedo perdono.
La
nostra serata si è conclusa
e
abbiamo sentito che la tregua tra i soldati è cessata.
Le
ho raccontato la guerra, l’ingiustizia e il buio,
le
nostre sventure, le morte speranze e la prigione,
le
ho raccontato della coscienza degli indifferenti.
Ma
ho dimenticato di dirle che la pace al tempo delle armi
arriva
solo quando la incontro
che
gli accordi per fermare la guerra non mi interessano
quando
sono con lei.
Perché scrivere ancora poesie, addirittura
d’amore, nel 2016? Cosa resta da raccontare dell’amore? Qualche sera fa, mentre
davo un’occhiata alle notizie su internet mi sono imbattuto in una fotografia
scattata per le strade di Aleppo da una reporter
statunitense. Nella foto si vede un muro, su cui un uomo sta scrivendo una
frase in caratteri arabi, con una bomboletta nera. La frase dice: “Quando
finirà l’assedio, ti chiederò di sposarmi”.
Questa immagine
contiene la risposta alla mia domanda. Scriviamo ancora d’amore perché
dobbiamo. Perché ognuno di noi conduce le proprie lotte, ognuno abita – come lo
chiamerebbe Calvino – il proprio inferno. Ma in questo inferno le parole
d’amore possono diventare strumenti di resistenza e sovversione potentissimi.
Questo è il motivo
e il nostro obiettivo è di farvi accompagnare dalla poesia come da un
buon compagno, per resistere ad ogni assedio.