Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti
umani, Michel Forst, dichiara, in un rapporto
sulla repressione nei confronti dei difensori dei diritti umani in Burundi che “nel mese di ottobre, le autorità burundesi
hanno radiato cinque delle principali organizzazioni non governative tra cui
FORSC il Focode. Poche settimane più tardi la stessa sorte è toccata a Iteka
e a Olufad”. La preoccupazione per il rappresentante delle Nazioni Unite
si estende anche alla situazione dei rappresentanti e membri di queste
organizzazioni. "Non bisogna
dimenticare che i principali leader delle Ong sono fuggiti all'estero -
continua Forst - a causa dell’aumento degli attacchi contro di loro. Quelli
che restano sono minacciati. Ci sono arresti arbitrari, minacce contro di
loro, e una vera e propria campagna denigratoria nei loro confronti”.
Michel Forst denuncia in particolare il nuovo testo di legge adottato dal
Parlamento burundese lo scorso dicembre che rafforza in modo significativo il
controllo esercitato da parte delle autorità sul lavoro delle Ong. “Il
lavoro delle Ong dovrà essere preventivamente autorizzato dal ministero dell’Interno
e a questo controllo politico si aggiunge anche un controllo economico”,
continua Forst, infatti le Ong potranno ricevere finanziamenti e aiuti dall’estero
solo dopo il nullaosta da parte del governo.
Tutte queste misure, conclude Forst, hanno un unico obiettivo, mettere a
tacere la società civile in Burundi.
Su questo Paese segnaliamo il libro di Maria Ollari dal titolo Burundi, la terra
del dolore e del silenzio