Durante la seconda guerra mondiale, dopo l'armistizio dell'8
settembre 1943, nacque in Italia la Resistenza. Il movimento sorse dall'impegno
comune di individui, partiti e movimenti che decisero di contrastare
l’occupazione militare tedesca e quella della Repubblica Sociale Italiana,
fondata da Benito Mussolini sul territorio controllato dalle truppe della
Germania nazista.
La
Resistenza, che può essere inquadrabile nel più ampio
fenomeno europeo della resistenza all'occupazione nazista, fu caratterizzata in
Italia dall'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti
politici (ricordiamo tra questi cattolici, comunisti, liberali, socialisti,
azionisti, monarchici). La
Resistenza raccolse quindi sia gruppi organizzati che
spontanei di differenti estrazioni politiche, uniti però nel comune intento di
opporsi militarmente e politicamente al governo della Repubblica Sociale
Italiana (RSI) e degli occupanti nazisti tedeschi.
Ne scaturì la "guerra partigiana", che si concluse il 25
aprile 1945, quando l'insurrezione armata proclamata dal Comitato di
liberazione nazionale per l'Alta Italia (CLNAI) riuscì a controllare la maggior
parte delle città del nord del Paese, che era l'ultima parte di territorio
ancora occupata dalle truppe tedesche in ritirata verso la Germania e soggetta
all'azione repressiva delle formazioni repubblichine della Repubblica Sociale
Italiana cui il movimento partigiano opponeva la propria resistenza. La resa
incondizionata dell'esercito tedesco si ebbe il 29 aprile.
La
Resistenza italiana terminò formalmente il 29 aprile,
con la resa incondizionata dell'esercito tedesco. Ma i giorni dal 25 al 29
aprile furono intensi: infatti il 27 aprile Benito Mussolini fu catturato a
Dongo, vicino al confine con la
Svizzera, mentre, travestito da soldato tedesco tentava di
espatriare assieme all'amante Claretta Petacci. Riconosciuto dai partigiani, fu
fatto prigioniero e giustiziato il giorno successivo, il 28 aprile, a Giulino
di Mezzegra, sul lago di Como. Il suo cadavere venne esposto impiccato a testa
in giù, accanto a quelli della stessa Petacci e di altri gerarchi, in piazzale
Loreto a Milano, ove fu lasciato alla disponibilità della folla. In quello
stesso luogo otto mesi prima i nazifascisti avevano esposto, quale monito alla
Resistenza italiana, i corpi di quindici partigiani uccisi.
Il 2 maggio il generale inglese Alexander ordinò la smobilitazione
delle forze partigiane, con la consegna delle armi. L'ordine venne in generale
eseguito. Una parte delle forze partigiane fu arruolato nella "polizia
ausiliaria" ad hoc costituita.
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