Translate

lunedì 10 luglio 2017

10 luglio 1995, le ultime ore di Srebrenica

22 anni fa stava per avere luogo a Srebrenica, una cittadina della Bosnia orientale, uno degli episodi più tragici e disumani del conflitto che ha insanguinato la ex Jugoslavia.
Insieme al nostro autore Luca Leone, esperto conoscitore dell’area, ripercorriamo quelle terribili ore grazie al lavoro di ricostruzione storica che è il cuore del volume Srebrenica. I giorni della vergogna

Lunedì 10 luglio 1995
I bombardamenti s’intensificano e si avvicinano alla città. Alle 8,55 il colonnello Karremans chiede appoggio aereo al quartier generale di Sarajevo per colpire con attacchi selettivi i tank e l’artiglieria serbo-bosniaci. Alle 11,00 gli aggressori cannoneggiano le postazioni olandesi, proprio mentre il generale francese Bertrand Janvier respinge la richiesta dell’ufficiale olandese.
Alle 18,30 Mladić è a un passo dalla presa dell’enclave e passeggia con una mitraglietta in mano su una collina che domina il centro della città: aspetta questo momento da tre anni. Karremans chiede di nuovo appoggio aereo.
La gente è tutta in strada, in allarme. Migliaia di corpi in preda all’ansia e alle peggiori previsioni bloccano i tank dell’Onu. Alle 21,40, finalmente, Janvier accorda l’appoggio aereo, ma la notte nel frattempo è calata. I serbo-bosniaci sospendono l’attacco; Janvier, da Sarajevo, fa lo stesso, rinviando la missione aerea all’indomani mattina, all’alba. A mezzanotte il colonnello Karremans comunica ai capi della città che l’indomani, alle 6,00 del mattino, 50 aerei della Nato avrebbero attaccato le postazioni serbo-bosniache.