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venerdì 3 novembre 2017

5 novembre 2011, il monumento in memoria dei volontari russi caduti a Višegrad

Višegrad, Valle della Drina, Bosnia orientale: qui dal 19 maggio 1992 comandano i cugini Milan e Sredoje Lukić, sanguinari paramilitari serbo-bosniaci che, con le loro Aquile bianche, un gruppo di assassini ancora oggi in larga parte impuniti, impongono alla cittadina e ai villaggi nei dintorni un regime del terrore e dell’orrore.
I due cugini si rendono protagonisti di una serie di episodi tremendi e con operazioni di rastrellamento, deportazioni e omicidi di massa di decine di civili all’interno di case private compiono una completa pulizia etnica ai danni dei musulmani-bosniaci – che costituivano il 63 per cento della popolazione locale. Circa tremila persone vengono uccise e fatte scomparire.
Quanto accadde a Višegrad può essere considerato la prova generale delle atrocità commesse in seguito a Srebrenica, con la differenza che su quanto qui avvenuto è scesa una profonda coltre di colpevole silenzio. Il giornalista Luca Leone analizza le vicende belliche e post conflitto in Višegrad. L’odio, la morte, l’oblio, soffermandosi nel ricordare come il 5 novembre del 2011 l’amministrazione comunale di Višegrad abbia autorizzato la posa, nel locale cimitero ortodosso, di un monumento in memoria dei volontari russi caduti al fianco dei “fratelli serbi”. La dedica della lapide così recita: “In ricordo dei fratelli ortodossi dell’unità dei volontari russi per la Re­pubblica serba nella guerra per difendere la patria – 1992-1995 – Onori a loro e che Dio salvi le loro anime”.
Non pochi parami­litari russi hanno in effetti supportato l’esercito della Rs e i vari corpi di assassini serbo-bosniaci, come i Vendicatori e le Aquile bianche. Forse rin­graziarli era un dovere, per la municipalità ultranazionalista di Višegrad. Ricordare che si trattava non di eroi ma di assassini efferati e di razziatori è non meno doveroso.

Segnaliamo inoltre che l’autore sarà ospite domani 4 novembre della trasmissione del Tg 2 Storie, in onda su Rai Due alle 23,30 circa.


 “Venticinque anni di silenzi complici, di rimozione, di inganni e tradimenti. Di quel negazionismo spicciolo che si nutre di ‘letteratura’ cospirazionista e che, per mera affiliazione ideologica, ci spiega ogni tanto con un post tradotto o scritto pure male, che è tutto falso”. (Riccardo Noury)