In
questi giorni gli occhi del mondo sono puntati verso l’Asia, lungo la direttrice
del 38° parallelo, che negli anni ’50 rappresentava la linea di confine tra la
Corea del Nord e quella del Sud. La guerra, che prese avvio nell’estate del
1950, fu uno degli esempi più eclatanti del periodo della guerra fredda e
sancì, al suo termine, la netta divisione tra le due Coree.
Un
fatto storico si è verificato durante la cerimonia di apertura dei XXIII Giochi
Olimpici invernali di Pyeongchang, in Corea del Sud, quando
gli atleti delle due Coree hanno sfilato insieme sotto un'unica
bandiera che rappresentava l'intera penisola. Il clima di disgelo è continuato
con una stretta di mano fra il presidente della
Corea del Sud Moon Jae-in e Kim Yo-jong, la sorella più giovane del leader
nordcoreano Kim Jong-un, che ha fatto il giro del mondo.
Fuga
dalla Corea del Nord, romanzo di Daniele Zanon appena uscito in libreria,
nasce dalla testimonianza (anonima per questioni di sicurezza) di un’operatrice
di un’organizzazione non governativa attiva nel campo della tutela dei diritti
umani. In questo libro si racconta di una rocambolesca fuga di un gruppo di ragazzi
in una comune di rieducazione, che s’intreccia con la deificazione della
famiglia al potere, quella dei Kim, l’onnipotenza dei militari e con lo strano
caso di una rara famiglia occidentale che risiede a Pyongyang. Con tratto lieve
e deciso l’autore tratteggia gli aspetti più dolorosi di una dittatura
sconosciuta ai più,
definita dalle Nazioni Unite “un’unica grande prigione”.
“Certi
libri hanno il potere di far entrare nella coscienza collettiva la
consapevolezza di un luogo o di una problematica. Mi auguro che Fuga dalla Corea del Nord faccia prendere coscienza
delle condizioni di vita del popolo nordcoreano, considerate dalle Nazioni
Unite fra le peggiori al mondo”. (Alex Zanardi)
Con
il patrocinio di Amnesty International